I percorsi professionali e le carriere lavorative: costruire futuri possibili sulle competenze esistenti e le esperienze pregresse

Parlare di lavoro significa parlare dei propri progetti futuri, ma anche della possibilità di realizzare i propri desideri di benessere così come quelli della propria famiglia.
Ottenere una posizione lavorativa è un passaggio chiave nel processo di costruzione dell’autonomia ed è spesso un segno di sicurezza e di successo che si può rivolgere alle famiglie e alle persone care rimaste nel paese di origine.

Ogni ragazzo o ragazza che arriva in Italia ha un passato da considerare, fatto spesso di esperienze lavorative lasciate alle spalle.
Queste esperienze, insieme alle competenze professionali pregresse, possono essere valorizzate nella costruzione del progetto di vita del minore e della minore.


Chi lavora nel disegno o nell’implementazione delle politiche e dei progetti di accoglienza e di tutela sa che non è scontato riuscire a garantire occasioni di accesso al lavoro o alla formazione professionale. Occorrono diversi passaggi: un ascolto sincero dei progetti di vita, un bilancio delle competenze, una collaborazione con le imprese, le scuole di formazione, le agenzie per il lavoro, ma anche con cittadine e cittadini che non lavorano nelle comunità o nel servizio sociale e che possono aiutare, consigliare, fare da tramite. La sfida è importante e, per diversi motivi, urgente. Per prima cosa ottenere un impiego è uno dei requisiti fondamentali per poter rimanere legalmente in Italia al compimento dei 18 anni. Inoltre, chi vive all’interno delle comunità e riesce a lavorare prima della maggiore età, ha l’occasione di acquisire o di approfondire competenze non solo professionali, ma anche relazionali e culturali. L’accesso al lavoro e alla formazione, se attivato per tempo e coerente con i desideri e con le proprie competenze, può, infatti, essere una chiave per potenziare il senso di sicurezza, di appartenenza e di autorealizzazione.


Il risultato non è comunque scontato. Il semplice accesso a queste opportunità o le certificazioni che ne derivano non indicano necessariamente la riuscita di un percorso. Il rischio è di offrire a tutte e a tutti soltanto le opportunità lavorative più facili da trovare, quelle costruite più in fretta. Bisogna, invece, fare sempre attenzione che le carriere non si appiattiscano, che le competenze già acquisite e i percorsi pregressi vengano valorizzati, che ai desideri di promozione sociale o di progressione retributiva venga data la giusta considerazione. Serve, dunque, capire da subito se l’opportunità di inserimento nel mondo del lavoro sia una scelta positiva e consapevole per i minori e le minori. E valutarla anche con il coinvolgimento di altri attori a loro vicini, come la famiglia, la comunità, la scuola, i tutori e le tutrici, l’assistente sociale.

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