Non solo minore età: la molteplicità dei singoli e delle loro identità

La legge italiana riconosce specifiche tutele e un peculiare trattamento rivolto a tutte le persone di età inferiore ai 18 anni, indipendentemente dal loro background e dalla loro condizione sociale.

Per i ragazzi e le ragazze in migrazione, il riconoscimento della minore età anagrafica è un passaggio dirimente per l’accesso a un sistema di accoglienza che ha un funzionamento radicalmente diverso da quello pensato per le persone adulte.


Solo laddove vengano sollevati fondati dubbi sulle dichiarazioni dei diretti interessati circa la propria età, si avvia la procedura di accertamento dell’età, che dovrebbe necessariamente aderire alle indicazioni e alle raccomandazioni contenute nel “Protocollo multidisciplinare per l’accertamento dell’età dei minori stranieri non accompagnati” approvato nel luglio 2020 dalla conferenza Stato Regioni.


Le procedure di identificazione e di accertamento, progressivamente integrate e standardizzate nel corso degli anni, prevedono che il superiore interesse del minore sia sempre preminente, e che in tutte le fasi dell’accertamento vengano garantite la tutela e la protezione dei minori considerando anche “il sesso, la cultura e la religione”. Il protocollo propone l’adozione di un approccio di tipo olistico multidisciplinare che prevede di- versi passaggi da parte di un’équipe multi-professionale di esperti attraverso procedure non invasive. La minore età ha come diretta conseguenza il rilascio di un titolo di soggiorno a questa legato; la connessione tra età anagrafica e status giuridico, però, rende estremamente critico il momento del compimento del diciottesimo anno di età e la transizione ufficiale nell’età adulta.

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